Martedì 14 ottobre Giovanni Maccari, Elena Frontaloni ed Elena Arnone presentano Un paniere di chiocciole di Tommaso Landolfi (Milano, Adelphi, 2025) e Racconti delle notti di Idolina Landolfi (Arcidosso, Effigi, 2025); introduce L’Archintronato Roberto Barzanti.
In Un paniere di chiocciole con feroce autoironia Landolfi mette in scena la sua condizione di elzevirista al soldo del «Corriere della Sera» e un’idea di letteratura sfrondata di ogni alloro, prigioniera di una gabbia coercitiva, ridotta alla funzione di gagne-pain. Ma proprio nel loro carattere di scrittura ricondotta alla sua chimica essenza risiede il fascino di questi cinquanta elzeviri, perfetti congegni capaci di evocare incontri mancati, di vivisezionare relazioni di coppia oblique, simili ad acerbi duelli o a una «benigna trama di nulla», di rivelare, con la gelida efficacia dell’incubo, l’inconsistenza di ciò che chiamiamo «io», di vanificare la fiducia nella ragione, di dar corpo alle nostre più segrete paure.
In Racconti delle notti il lettore troverà dieci racconti senza tempo. Su un fondale da fiaba nel senso descrittivo del termine, ossia vago e stilizzato anche quando si tratta di luoghi reali, si svolgono vicende perlopiù mentali, che segnano il trionfo della vita immaginata e sognata su quella reale: della vita “di dentro” su quella “di fuori”. Il fantastico nero è la cifra di questa scrittura, sul modello dei narratori amati e non di rado tradotti dall’autrice: Gautier, Villiers, Poe, Nerval; da cui proviene forse anche l’acuminata ironia per così dire esistenziale di Idolina Landolfi che si tinge di un tono squisitamente femminile, sebbene le voci narranti siano tutte di uomini.

