Mercoledì 19 giugno alle 17.30 nella Sala degli Intronati in Palazzo Patrizi (via di Città, 75) l’Accademia Senese degli Intronati, in collaborazione con la Biblioteca Comunale degli Intronati, presenta il libro di Michele Camaioni “Il Vangelo e l’Anticristo. Bernardino Ochino tra francescanesimo ed eresia (1487-1547)”, Bologna, Il Mulino, 2019. Interviene Miguel Gotor (Università di Torino), presiede Roberto Barzanti.

Michele Camaioni, Il Vangelo e l’Anticristo. Bernardino Ochino tra francescanesimo ed eresia (1487-1547), Bologna, Il Mulino, 2018 («Monografie» dell’Istituto Italiano di Studi Storici, 73) , pp. xxxii-612.

Bernardino Tommasini (Siena 1487 – Austerlitz tra la fine del 1564 e l’inizio del 1565), detto l’Ochino per essere nato nella Contrada dell’Oca, dal barbiere Domenico, spinto da un’ardente vocazione religiosa entrò nell’Osservanza, poi lasciò l’Ordine per studiare medicina a Perugia, quindi rientrò fra gli osservanti e fu eletto superiore per la provincia di Siena; passato fra i cappuccini, ne fu generale dal 1538 al 1542. Predicatore ammiratissimo in molte città d’Italia e studioso di teologia e filosofia, suscitò ben presto i sospetti della gerarchia ecclesiastica per la sempre crescente adesione alla teoria luterana della giustificazione per la sola fede, che aveva conosciuto a Napoli nel circolo di Juan de Valdés. Santo mancato e arcieretico perseguitato tanto dai cattolici quanto dai protestanti, Bernardino Ochino fu protagonista tra i più celebri e controversi della crisi religiosa del Cinquecento, di cui attraversò le diverse fasi sperimentando sulla propria pelle gli entusiasmi, ma anche l’asprezza delle polemiche e la durezza degli scontri prodotti dalla Riforma. Nel suo inquieto peregrinare per le lande di un’Europa lacerata dalle guerre di religione e dalle divisioni confessionali, il Senese dovette inventarsi continuamente nuove identità per sopravvivere e sperare di realizzare l’ideale di una libera predicazione del Vangelo cui si votò sin dagli anni della professione religiosa tra i francescani di Siena. Ricordato dalla storiografia come uno di quegli spiriti liberi e ribelli a ogni forma di comunione ecclesiastica, che, contestando la crescente intolleranza di Roma e delle nuove chiese riformate, avviarono la moderna riflessione sulla libertà di coscienza, in realtà Ochino giunse a schierarsi apertamente per gli ideali dell’anticonformismo e del radicalismo religioso soltanto al termine di un lungo e complesso percorso biografico, che presenta ancora molti punti oscuri. Il libro ne ricostruisce con l’aiuto di documenti inediti o poco noti il primo tratto, gettando nuova luce sulle molte questioni irrisolte relative agli anni della formazione, al periodo decisivo della predicazione in abito cappuccino (1535-42) e infine ai primi anni dell’esilio religionis causa trascorsi a Ginevra e ad Augusta (1542-47), durante i quali Ochino tentò di farsi ispiratore di una Riforma italiana sostenuta dai principi e dalle città più insofferenti al potere temporale di un pontefice che anche il Senese, come Lutero e i francescani spirituali del Medioevo, giunse infine a identificare con l’Anticristo.